Noire is thinking;

Lettera ad un amico

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´april
view post Posted on 2/12/2013, 17:07




Ciao, Dani.
Perché ti scrivo? Molti mi direbbero che scrivere ad una persona morta è una cosa stupida, inutile.
Scrivo ad una persona morta perché non trovo alcun conforto nei vivi. Perché ci ho provato, ma ho capito che non serve. Che non importa davvero, non in fondo. Non ho ricevuto niente di quello di cui avevo, e ho, bisogno. Non penso neppure che mi abbiano presa sul serio. Dopotutto, piango così spesso e sto male così spesso che non c'è motivo di preoccuparsi. E dopotutto, gli altri sono così piacevoli, così accomodanti, così belli. Così meno stancanti.
Quindi scrivo a te. Che tra le altre cose, mi manchi davvero moltissimo, e anche se so che non riceverò una risposta, saprò il perché. Tu non ci sei più, e non è stata una tua scelta.
Non so cosa mi stia succedendo, Dani. Non vedo niente, avanti. Non è come le altre volte, quelle in cui hai dovuto raccogliere tu i pezzi, e mi bastava un tuo abbraccio e poi sistemavo tutto. Non è come quelle volte, stavolta è più pericoloso.
Ho smesso di mangiare.
So che è stupido. Lo so meglio di tutti. L'ho studiato, ho desiderato aiutare un certo tipo di persone, e adesso mi trovo a fare la cosa più stupida del mondo.
La nausea mi accompagna da giorni, perciò anche se ingurgito qualcosa lo abbandono molto presto. Ho perso 2 kg, in un periodo in cui avrei dovuto guadagnarne 3 per via del ciclo imminente.
Non lo sa nessuno, che ho smesso di mangiare. Mangio quando sono in compagnia, salvo poi rigettare tutto quanto, non per mia diretta volontà. Ma adesso sono a casa da sola per almeno una settimana, e quindi non se ne accorgerà nessuno.
Lo so che devo mangiare. A me piace mangiare. Mi sforzo di farlo, di tanto in tanto. Ma in questo momento, in cui chiaramente non sono nel pieno possesso delle mie facoltà, di qualsiasi tipo, avere lo stomaco vuoto mi fa sentire più leggera. Meno ingombrante. Meno sgraziata. E più sola.
Vorrei punire qualcuno per tutto questo. Chi per essersene fregato di me, chi per aver guardato da un'altra parte, chi per aver accampato scuse, chi per non rendersi conto di quanto male sta facendo, chi per essersi finto dispiaciuto, chi per non essere cresciuto abbastanza.
Ma il problema è solo mio, in fondo. Che amo in un modo che è troppo facile far diventare malato, o sbagliato, o semplicemente inadatto in un modo o nell'altro. Che non so farmi strada, che sbaglio strada.
E quindi punisco me stessa. In continuazione. E peggioro tutto quanto.
Ma cosa devo fare? Non so cosa devo fare. Non posso cambiare la situazione, perché non è giusto imporre agli altri ciò che voglio, anche se mi farebbe stare bene. Sarebbe egoista, porterebbe solo altro male, sarebbe sbagliato.
Dani, come faccio a non fare la cosa sbagliata?
Perché ho così tanta voglia di sparire? Per fuggire dai miei problemi?
Lo sai che sono una che si impegna a trovare soluzioni. Tu lo sai meglio di tutti, meglio di tutti quelli che mi hanno conosciuta dopo di te. Ma mi sembra di essere in un labirinto pieno di vetri. E ovunque mi giri è un taglio. E posso solo stare ferma, ma ho già fatto abbastanza mosse da essermi procurata un bel po' di ferite.

Non sono mai stata una persona che desidera ciò che non può permettersi.
Ma non ho mai desiderato qualcosa così intensamente, mio malgrado.
E non posso averla.
E questa è la storia in breve.
E devo farmene una ragione. Ma non ci riesco. E te lo giuro che non è solo per colpa mia.
Ma mentre ti scrivo mi si rischiara un po' la mente, lo sai? Lo sapevo che sarebbe successo. Non trovo le soluzioni, semplicemente riesco a vedere tutto come tanti piccoli spilli rossi. Questo mi tranquillizza un po'.
Non pensavo di poter essere tanto ferita dalla gelosia. Però forse è sempre stato vero. Forse è semplicemente unita al tremendo senso di impotenza che provo nei confronti del mio futuro.
Mi chiedo il perché, se sia io a non essere normale, se sia stupido volere determinate cose.
E sai cos'è l'unica cosa che posso fare, per adesso? Esprimere dei desideri. Che non volevo più farlo, dopo l'ultimo. Ma non sono Dio. Non ho il controllo su certe cose.
Sto dormendo moltissimo, piangendo anche di più, mi sembra di rompermi in pezzettini in continuazione. Voglio solo diventare migliore.
Non peggiore. Non peggiore. Non peggiore.
Voglio che mi succeda qualcosa di bellissimo.
Qualcosa che mi faccia capire che il futuro come lo desidero è raggiungibile, ha uno scopo, ha tante possibilità d'essere.
L'altra notte, in mezzo agli incubi, ho avuto una fulminea visione, talmente bella che me ne sono davvero vergognata. Credo che l'abbia vista anche tu, era troppo luminosa per non notarla. Non era di un'ingenuità commovente? Non mi è permesso di essere ingenua.
Non sono una di quelle delicate fanciulle che vengono salvate dalla propria leggiadra sofferenza da qualcuno che permetterà loro di rimanere ingenue per il resto della vita.
Però quell'immagine era di un'ingenuità così fantastica e felice che penso la conserverò finché posso.

Dani, mi sento sola.
Anche se non lo sono. Ma adesso non c'è nessuno qui accanto a me che mi aiuti, capisci? Ci sei tu. Sto scrivendo a te perché non ho paura di te. E non perché non ci sei più. Non avevo paura del tuo giudizio neppure quando potevi sorridermi ancora.
Non sono patetica. Ho solo bisogno di aiuto. Che non so come né dove cercare. Non ha senso, no, che io stia così?
Per una sciocchezza. Non è una sciocchezza?
E tutte le altre sono sciocchezze? Pensi che sia tutto l'insieme a rendermi così instabile?
È che la sciocchezza potrebbe sistemare tutto, sì, è vero, forse.
Ma ecco che torna il buio. Mi è bastato pensarci per pochi secondi.
Sai che non voglio esagerare le cose. A che mi servirebbe esagerare le cose, con te? Forse è il momento. Il punto in cui tocco il fondo della piscina e mi do la spinta per risalire e non ho più fiato.
Forse è legittimo che io mi senta così, senza che nessuno venga a dirmi che non posso o non devo, solo per sentirsi meno in colpa.
Non sono una bambina, non ho bisogno che mi si dica che devo rialzarmi. Lo so già. Desidero rialzarmi. Ma adesso non ho la forza.
E voglio i miei tempi per riprendermi, se nessuno ha intenzione di fare qualcosa per accelerarli.
Sono un'egoista?
Sì.
Ma adesso non posso farne a meno. Perché non voglio una cosa stupida. O banale. E non la voglio perché è quello che si dovrebbe volere. La voglio perché ha in sé tutto quello di cui avrei bisogno per realizzarmi, anche se nessuno lo sa. Anche se nessuno vuole sentire questa storia.
Scrivo da ore. Ormai è buio.
Ho avuto un'altra discussione che mi ha portato via un pezzo.
Mi sento una persona peggiore di quel che sono, mi sento frustrata.
Voglio che tutto questo passi per potermi dedicare di nuovo agli altri e per non dovermi più lamentare con nessuno. Nemmeno con te.

Mi vergogno tanto di tutto questo.
Come posso essere bella, simpatica, come posso fare venir voglia alle persone di passare del tempo con me, se sto così?
Come si fa a non soffrire o a non darlo a vedere?

Qualcuno ha scritto: "Ecco, una persona sensibile, secondo me, è una persona che ha il sentimento aperto, che ha una forte reazione sentimentale a quello che gli succede intorno. Questa persona, se vuole vivere in una società, deve imparare prima di tutto a essere flessibile. Perché quando il sentimento è aperto, poi entra di tutto. Allora, tenere tutto dentro, non si può. Che come ci sono dei pensieri talmente ossessivi che se restano nella tua testa ti possono fare impazzire, così ci sono dei sentimenti talmente strazianti che se li tieni dentro ti si apre la pancia."

Forse dovrei provare di meno. Sentire di meno. Assordarmi il cuore?
Scusami se parlo così di cuore. So che è indelicato.
Ti prego, di solito non ti chiedo queste cose, ma stammi accanto, ok? Stammi accanto e non lasciarmi andare.

Ti voglio bene, Daniele.
 
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