Potrebbe. Potrebbe.
Potere. Esiste un oppiaceo più efficace di questa parola?
***
La nonna ci racconta del suo giardino e delle sue visite, poi ci aggiorna su chi non parla con chi al momento. Tom blatera a proposito dei suoi studi mentre Ann pende dalle sue labbra come se lui fosse un dio. Papà è perso nei suoi pensieri. Nessuno si informa su come sto o su quello che faccio. Non potrebbe importar loro di meno. Siamo tutti specchi, noi ragazze, esistiamo soltanto per riflettere le immagini di come a loro piacerebbe apparire. Contenitori vuoti, ripuliti dalle nostre ambizioni, necessità e opinioni, che aspettano solo di essere riempiti dall'acqua tiepida di un'elegante sottomissione.
Una crepa si apre nel contenitore. Mi sto spezzando.
***
« Volete che vi racconti una storia? Una storia nuova e agghiacciante? Una storia di fantasmi? ».
La voce, solo una flebile eco nella vastità della grotta, è quella di Felicity. Si gira sul masso, ci guarda, stringe le braccia attorno alle ginocchia. « Siete pronte? Comincio? C'erano una volta quattro ragazze. Una graziosa, una intelligente, una affascinante e una...» guarda verso di me. «Una misteriosa. Ma erano tutte guaste, sapete. C'era qualcosa che non andava in loro. Sangue cattivo. Grandi sogni. Oh, scusate, l'avevo dimenticato. Questa parte doveva venire prima. Queste ragazze erano tutte sognatrici ».
« Felicity...» le dico, perchè è lei e non la sua storia che comincia ad inquietarmi.
« Volevate una storia e io ve la offro ». La luce di un lampo entra nella grotta illuminando metà del suo viso, mentre l'altra metà resta in ombra. « Una per una, notte dopo notte, queste ragazze si incontravano. E peccavano. Sapete qual era il loro peccato? No? Pippi? Ann? ».
« Felicity ». La voce di Pippi è carica d'ansia. « Torniamo a scuola a berci una bella tazza di tè. Fa davvero freddo qui fuori ».
La voce di Felicity si espande e riempie lo spazio intorno a noi come un rintocco di campana. « Il loro peccato era quello di credere. Credevano di poter essere diverse. Speciali. Credevano di poter cambiare ciò che erano, e cioè ragazze guaste, non amate. Creature emarginate. Sarebbero state vive, adorate, necessarie. Indispensabili, addirittura. Ma non era così. E' una storia di fantasmi, ricordate? Una tragedia. » [...]
« Furono ingannate. Tradite dalle loro stesse stupide speranze. Le cose non potevano cambiare per loro, perchè dopotutto non erano speciali. E così la vita le prese, le condusse e loro la seguirono, sapete? Sbiadirono davanti ai loro stessi occhi, finchè non diventarono altro che spettri viventi, che si tormentavano a vicenda con quello che avrebbero potuto essere. Che non può essere ».La voce di Felicity diventa un sussurro lieve come una piuma. « Ecco. Non è la storia più spaventosa che abbiate mai sentito? »
***
Ma perchè ho pensato che sarei riuscita a convincerlo? Perchè ho creduto di poterlo indurre a vedermi in maniera diversa? Peggio ancora: e se lui mi vedesse come sono davvero, cioè qualcuno da temere e non da amare? Un abominio da baraccone. Un mostro.
Mi giro e mi metto a correre più veloce che posso, ma lui non mi insegue.
{Una Grande e Terribile Bellezza - Libba Bray